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sabato 26 giugno 2010

Papa Wojtyla: da Santo subito a Santo mai....ma stiamo scherzando???



Dubbi sul miracolo di Wojtyla, da santo subito a santo mai

Il processo di beatificazione non procede. Ora la parola d’ordine ai sacri palazzi è: "Non c’è fretta". Si cercano altri casi di guarigioni. A creare intoppi è il caso della suora guarita per una intercessione attribuita al Pontefice.

Il processo di Papa Wojtyla non procede.

E anche l’ipotetica data per la beatificazione nella primavera 2010, ancora di per sé possibile, non è più certa. Dopo la proclamazione delle virtù eroiche del Pontefice po­lacco, avvenuta in tempi record lo scorso 19 dicembre, la nuova parola d’ordine nei sacri palazzi è diventa­ta: «Non c’è fretta». Santo subito, in­somma, ma non subitissimo.

A crea­r­e difficoltà è il presunto miracolo at­tribuito all’intercessione di Giovan­ni Paolo II, presentato all’inizio del­l’anno dal postulatore del processo, monsignor Slawomir Oder: si tratta, com’è noto, della guarigione di suor Marie Simon-Pierre, una religiosa francese affetta da una forma aggres­siva di morbo di Parkinson.

La malat­tia, che l’aveva costretta ad abbando­n­are il suo servizio nel reparto mater­nità di un ospedale di Arles, era scomparsa istantaneamente e in­spiegabilmente dopo che le conso­relle, nel giugno 2005, si erano rivol­te a Papa Wojtyla appena scompar­s­o chiedendogli il miracolo della gua­rigione.

La Congregazione per le cause dei santi ha ricevuto tutta la documenta­zione medica e le carte del processo diocesano, quindi ha incaricato due specialisti di malattie neurodegene­r­ative già membri della consulta me­dica del dicastero. Si attendeva per aprile la convocazione della consul­ta – presieduta dal professor Patrizio Polisca, medico personale di Bene­detto XVI – chiamata a discutere il ca­so e a pronunciarsi sull’effettiva in­spiegabilità dal punto di vista scienti­fico della guarigione. Poi la pratica sarebbe passata ai teologi (devono verificare se il miracolo è avvenuto effettivamente dopo l’invocazione a Papa Wojtyla) e infine ai cardinali. La firma di Ratzinger avrebbe sanci­to la conclusione del processo sul mi­racolo e dunque il via libera definiti­vo per la beatificazione. Uno dei due specialisti consultati ha però preannunciato un parere de­cisamente negativo, sollevando dub­bi sulla diagnosi fatta in partenza dai medici francesi e dunque mettendo in dubbio che davvero la religiosa guarita fosse affetta dal Parkinson.

La Congregazione ha dunque affida­to una terza perizia, ma a tutt’oggi due pareri non sono ancora stati con­segnati e per questo motivo non si è fissata la data della consulta che, sal­vo improbabili sorprese, slitterà a do­po l’estate. «Ma c’è anche l’ipotesi concreta –spiegano al Giornale auto­­revoli fonti d’Oltretevere – che la con­sulta su questo presunto miracolo non si tenga proprio. E che si chieda dunque al postulatore della causa di cambiare miracolo e di presentare un altro caso di guarigione».La popo­larità di Papa Wojtyla, l’emozione per la sua morte, il fiume ininterrotto di persone che visitano la sua tomba hanno fatto sì che moltissime segna­lazioni di grazie e presunte guarigio­ni miracolose siano state segnalate.

Dunque monsignor Oder non avreb­be che l’imbarazzo della scelta nel ca­s­o la Congregazione dei santi respin­gesse il presunto miracolo presenta­to nei mesi scorsi. A tutt’oggi però nessuna comunicazione in questo senso è partita dagli uffici del dicaste­ro chiamato «la fabbrica dei santi». «Non c’è fretta, tutto procede se­condo le regole, senza corsie prefe­renziali », ripetono gli addetti ai lavo­ri.

È innegabile però che proprio in questi mesi il processo del Papa «Santo subito» abbia subito un signi­­ficativo rallentamento, non spiegabi­le soltanto con i pur reali problemi tecnici sul miracolo. L’impressione è che più di qualcuno nella Santa Se­de voglia andare avanti con calma, specie in un periodo nel quale emer­gono sospetti e ombre su alcuni im­portanti membri dell’entourage wojtyliano degli ultimi anni del pon­ti­ficato, quando Giovanni Paolo II era molto malato.

La gestione di alcu­ni clamorosi casi di abusi sessuali, fi­no alla vicenda che coinvolge Propa­ganda Fide in questi giorni, accom­pagnata da avvertimenti trasversali tra «vecchie» e «nuove» cordate, han­no aperto molte domande, anche se nessuno, dentro il Vaticano, ha mai manifestato dubbi sulla santità per­son­ale di Giovanni Paolo II e le even­tuali opacità dell’entourage non han­no a che fare con il processo. È però più che comprensibile che si proce­da con cautela, nonostante la spinta a far presto che arriva dall’arcivesco­vo di Cracovia, il cardinale Stanislaw Dziwisz.

Una cautela aumentata dal­l’attesa per le pr­ossime nomine inter­ne alla stessa Congregazione dei san­ti. L’attuale arcivescovo Segretario Michele Di Ruberto sta per lasciare, e ci sono due candidati alla succes­sione: il sottosegretario Marcello Bartolucci e il capo della task-force antipedofilia dell’ex Sant’Uffizio, il maltese Charles Scicluna.

Tratto da il Giornale on line del 26 Giugno 2010.

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